Il signore delle mosche (Golding)

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TITOLO: Il signore delle mosche

AUTORE: William Golding

ANNO: 1952

Un gruppo di ragazzi inglesi, tutti di buona famiglia, a seguito di un disastro aereo si trova smarrito in una non specificata isola tropicale. Fin da subito iniziano a delinearsi delle gerarchie: il potere viene assunto, a seguito di un elezione democratica, dal riflessivo e carismatico Ralph, che subito predispone la costruzione di rifugi e che un fuoco venga sempre tenuto acceso per attirare eventuali soccorritori. Insieme a lui vi è Piggy, ragazzo grassottello ma di ottime doti intellettive, da subito preso di mira dagli scherzi degli altri ragazzi.

La calma e la buona organizzazione iniziale vengono subito a disfarsi: una frangia di rissosi, capitanata da Jack , si distacca dal gruppo dando vita ad una sorta di clan tribale basato su istinti primordiali e sulla caccia; contemporaneamente inizia a serpeggiare fra i bambini la paura primordiale di un mostro marino…

Gli eventi precipitano ben presto, il gruppo di bambini capitanati da Jack, ormai completamente abbrutiti, rendono la vita impossibile al gruppo di Ralph, ormai ridotto all’osso.

Le barbarie divengono sempre più opprimenti, addirittura Piggy e Simon, un ragazzo affetto da epilessia, vengono uccisi.

Ralph, rimasto ormai solo, viene cacciato dal resto dei bambini, che per trovarlo iniziano a dare fuoco all’isola.

Ralph, nella disperazione, si getta a capofitto nella foresta, sbucando su una spiaggia, dove fortunatamente si era fermata una barca, incuriosita dal fumo.

Si chiude così il distopico romanzo dell’autore premio nobel Golding, romanzo che denota un marcato pessimismo: i bambini infatti, simbolo di purezza per eccellenza , non ancora contaminati dalle convenzioni sociali sono però incapaci, senza una guida , di mantenere una parvenza di civiltà , degenerando nella più primordiale bestialità.

Figlia probabilmente delle barbarie della Seconda Guerra Mondiale, l’opera di Golding si pone in forte contrasto con l’ideale di Rousseau, secondo il quale l’uomo è buono di natura e viene incattivito dalla società. La prevaricazione dei più deboli e l’incapacità di organizzazione ne sono prova lampante.

Romanzo fluido e ben scritto, è l’emblema del pessimismo e della visione dell’autore sull’umanità intera. Mai nel romanzo si intravede un barlume di speranza per il genere umano, che ne esce totalmente sconfitto.

VOTO:8.5

 

 

S.

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